Ipnositerapia Ericksoniana

Ipnositerapia Ericksoniana

«L’opera d’arte è un tappeto incompleto in cui i fili si agitano nel vento. Chiunque può prenderne uno e continuare a tessere»

Maria Lai

 

“Possunt quia posse videntur”. “Cambiano il loro essere perché vedono se stessi cambiare il loro essere” Virgilio (19 a.C.)

L’ipnosi è uno stato psicofisico naturale spesso definito “stato speciale di coscienza” o “trance”. Si tratta di un’esperienza di grande assorbimento su uno stimolo o di orientamento interno simile a quella che facciamo in molte occasioni della vita quotidiana.

Può essere considerata un amplificatore della caratteristica più umana, l’immaginazione, “la cui funzione preziosa è quella di procurare un metodo con il quale si possono saggiare le alternative senza andare incontro a tutti i pericoli che esse comportano” (Schorr, 1977).

L’ipnosi somiglia più al sogno da svegli che non al sonno o stato di assenza. Così ogni qualvolta ci lasciamo andare ad un sogno ad occhi aperti guidato, tanto profondamente da dissociarci dalla realtà circostante e da divenire totalmente presi nella nostra realtà interna, siamo in uno stato speciale di consapevolezza che è chiamato ipnosi.

Nel corso del tempo il modo di considerare l’ipnosi, nonché le modalità delle tecniche induttive, è cambiato notevolmente. Milton H. Erickson, psichiatra americano, ne ha approfondito la conoscenza e rivoluzionato l’uso scientifico e clinico. Il suo approccio è definito “naturalistico” in quanto, a differenza del passato, non è basato su un procedimento standardizzato, di tipo direttivo e autoritario, bensì sul riconoscimento ed il potenziamento delle abilità e capacità creative di ogni persona nel rispetto della sua individualità.

Dal punto di vista psicoterapeutico la Nuova Ipnosi, che si fonda su tale concezione naturalistica dello stato di trance, non propone più l’ipnotista come figura autoritaria e carismatica che applica artificialmente procedure ritualistiche, ma un ipnotista che si impegna soprattutto a riconoscere e rispettare le caratteristiche del soggetto. Quest’ultimo non assume un ruolo passivo e sottomesso, ma diviene protagonista attivo del processo induttivo al quale prende parte.

La trance è un’esperienza relazionale naturale e fisiologica, quotidiana piuttosto che straordinaria, capace di mobilitare e rendere utilizzabili capacità e risorse che sembravano inaccessibili. “Viene riconosciuta la capacità dei singoli individui di risolvere i propri problemi, che condizioni sfavorevoli hanno reso solo temporaneamente inaccessibile, la validità dei loro meccanismi di difesa, il potere delle loro risorse e, addirittura, la positività di alcune componenti dei loro sintomi” (Loriedo, 2002).

L’inconscio, nella concezione dell’ipnositerapia ericksoniana, si costituisce quindi non solo come il luogo nel quale sono depositate tutte le esperienza di vita presenti e passate, e le attuali aspettative di futuro; ma anche un ambito che racchiude simbolicamente tutte le straordinarie capacità insite in ciascun essere umano. Il lavoro di terapia ipnotica si configura come uno spazio co-costruito dall’inconscio della persona che chiede aiuto, da quello del terapeuta e dalla relazione che intercorre tra di loro. L’ipnoterapeuta si propone di far emergere le capacità e le risorse della persona con cui sta lavorando, di modo che per questa sia possibile esprimere se stessa in modo equilibrato ed armonico (Yapko, 2011).

L’ipnosi può essere considerata un ambito di sviluppo della psicologia positiva: la premessa dell’ipnosi infatti è che il cliente possieda delle capacità preziose che però sono nascoste, e che queste capacità possano essere recuperate e utilizzate per risolvere sintomi e problemi. Il punto di partenza dell’approccio ipnotico è la convinzione che le persone possiedano risorse maggiori di quelle che pensano di avere. Ovvero quando un terapeuta aiuta un cliente a gestire il dolore senza farmaci, o ad affrontare, sentendosi a proprio agio, situazioni che prima gli causavano il panico, o quando aiuta un bambino a concentrarsi più sulle cose giuste che su quelle sbagliate, riducendo così il suo senso di inadeguatezza, sta di fatto entrando in contatto con le parti più forti e sane del paziente, potenziandole.

L’obiettivo terapeutico è quello di aumentare il benessere. Nello stato di trance è infatti possibile depotenziare gli schemi mentali che creano disagio e rigenerare nuove associazioni di idee e pensieri più in armonia con lo stile di vita desiderato dal cliente.

L’Ipnositerapia è un modo, quindi, per aiutare i clienti a sviluppare efficacemente le proprie risorse personali, che possono poi essere utilizzate intenzionalmente per raggiungere gli obiettivi terapeutici.

 

FAQ

1. Quali vantaggi offre l’ipnositerapia rispetto ad altre forme di psicoterapia?

L’ipnositerapia tende ad avere tempi più brevi rispetto ad altre forma di psicoterapia in quanto la sua caratteristica è quella di essere diretta al sintomo ed agli obiettivi che si propone il cliente. Ciò è fondamentale soprattutto quando il sintomo diventa invalidante e non permette di svolgere le proprie attività quotidiane. Nello stato di trance è infatti possibile depotenziare gli schemi mentali che creano disagio e rigenerare nuove associazioni di idee e pensieri più in armonia con lo stile di vita desiderato dal cliente. Inoltre, l’utilizzo della ipnositerapia è particolarmente consigliata nei disturbi d’ansia e in tutti quei sintomi che hanno una componente somatica invalidante (es: paralisi isteriche, tic nervosi ecc.).

2. Ci sono dei rischi nell’utilizzo dell’ipnosi?

L’ipnosi è uno stato naturale come il dormire o lo stare svegli, quindi il suo utilizzo da parte di persone serie e qualificate non risulta essere rischiosa.

3. Tutte le persone possono essere ipnotizzate?

A chi non è mai capitato di “perdersi” nella lettura di un libro, o nell’ascolto di un brano musicale, di dimenticare lo spazio ed il tempo mentre si è assorti nei propri pensieri: questi sono stati naturali di trance che ogni persona sperimenta. Tutti possono essere ipnotizzati se lo vogliono.

4. Si può rimanere “bloccati” in ipnosi?

Non c’è rischio che una persona non esca dallo stato ipnotico. È il cliente ad avere il controllo del processo ipnotico, ed è lui che può iniziare o concludere la seduta ipnotica, a seconda di quello che sceglie di fare. È letteralmente impossibile restare “bloccati” in uno stato di concentrazione. Si potrebbe restare “bloccati” leggendo un libro?

5. In ipnosi, si è in uno stato di incoscienza?

No, anzi la nostra attenzione è più ricettiva, più pronta, in grado di ricevere gli strumenti necessari per raggiungere i risultati desiderati. Fisicamente, vista dall’esterno, una persona in ipnosi può presentare un livello minimo di attività, un rilassamento muscolare, un rallentamento del respiro ecc.. Tuttavia dal punto di vista della condizione mentale, la persona è rilassata ma cosciente e vigile. Vi è sempre un livello di consapevolezza di ciò che sta avvenendo in quel momento, anche nello stato di ipnosi profonda.

6. Una persona può essere ipnotizzata per costringerla a dire o a fare qualcosa contro la sua volontà?

Con l’ipnosi non è possibile indurre a fare azioni contro la morale o il desiderio del paziente. Esercitare un’influenza negativa, inoltre, non ha nulla a che fare con quello che avviene in una relazione terapeutica ed è totalmente estraneo all’approccio dell’ipnosi che si basa invece sul rispetto e sulla valorizzazione delle risorse dell’individuo.

vai al video del Seminario “L’ipnosi naturalistica e il cambiamento”

 

Società Italiana di Ipnosi – SII http://www.societaipnosi.it/;
European Society of Hypnosis https://esh-hypnosis.eu/;
Milton Erickson Foundation https://www.erickson-foundation.org/;
Milton Erickson, l’ipnosi e la trance di tutti i giorni http://www.youtube.com/watch?v=N0dMB5uUR70